
La scoperta, pubblicata su Microchemical Journal, sposta indietro di circa 2.000 anni la data in cui si pensa abbia avuto inizio la viticoltura e la produzione di vino in Italia, smentendo quindi l’ipotesi finora accreditata che fosse cominciata nell’Età del Bronzo.
A confermarlo sono i residui chimici rimasti su una giara trovata in una grotta del Monte Kronio e risalente agli inizi del IV millennio avanti Cristo: la terracotta, non smaltata, ha conservato tracce di acido tartarico e del suo sale di sodio, sostanze che si trovano naturalmente negli acini d’uva e nel processo di vinificazione.
E’ molto raro che si riesca a determinare la composizione esatta di tali residui, perché per farlo è necessario che il vasellame sia estratto completamente intatto. I ricercatori intendono ora continuare i loro studi per riuscire a stabilire se questo primo antichissimo vino italiano fosse rosso o bianco.
